Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi (Mt 19,29-30).
È un
versetto che mi ha sempre colpito, sin dall’infanzia. Allora lo leggevo come un
versetto che riguardava coloro che dedicavano la propria vita totalmente al
signore, come religiose, religiosi, preti. In realtà, anche queste parole
riguardano tutti i battezzati, tutti coloro che vogliono seguire il cammino
tracciato dal Signore. Ogni persona, infatti, ascoltando la Parola di Gesù è
invitato ad operare una scelta radicale per fare spazio allo Spirito del Signore
che trasforma tutto. C’è un lasciare come punto di partenza che significa
affidamento al Signore, perché ci viene chiesto di lasciare tutto e andare dietro
di Lui, senza sapere verso dove.
È
questa precarietà sia materiale che esistenziale l’essenza della proposta di
Gesù, che esige la disponibilità a lasciarsi condurre per mano giorno dopo
giorno, senza conoscere la meta, l’orario di arrivo. È all’interno di questa
fiducia, questo affidamento totale che lo Spirito ci modella a immagine di
colui che seguiamo. Pieni delle nostre sicurezze, dei nostri calendari, della
nostra organizzazione efficiente possiamo sperare di realizzare i nostri
obiettivi: difficilmente capiremo qualcosa del Vangelo.
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