6
gennaio 2021
Paolo Cugini
La solennità della
manifestazione del Signore all’umanità è ricca di significati e di indicazioni
per il nostro cammino di fede. La narrazione dei re magi va ben al di là di un
dato storico, ma offre spunti che necessitano di un’interpretazione. La
comunità cristiana che legge il Vangelo, sa di avere dinnanzi non un codice con
norme fisse e rigide, ma il libro della vita, che parla ad ogni uomo e ad ogni
donna di tutti i tempi e, di conseguenza, necessita di uno sforzo per rendere
attuale a noi questa Parola, con l’ausilio dello Spirito Santo. Che cosa ci
vuole dire, allora, questo testo a noi, oggi?
“Alcuni
magi giunsero da oriente a Gerusalemme”. Ogni ricerca autentica della
verità conduce a Dio, vale a dire, alle risposte sui grandi enigmi della vita.
Chiunque può raggiungere il Signore della vita, di qualsiasi popolo, cultura,
religione; l’importante è mettersi in cammino, avviare un percorso di ricerca.
Ciò significa che compito di una comunità cristiana è aiutare le persone a
mettersi in cammino, a stimolare la ricerca spirituale, la ricerca del senso
della vita. Dall’altra parte, altro compito della comunità cristiana, consiste
nel divenire comunità aperta, luogo aperto per tutti e tutte, disponibile ad
incontrare coloro che stanno cercando il Signore della vita, indipendentemente
dal luogo da cui provengono, dalla cultura.
“Abbiamo
visto sorgere una stella”. È molto difficile cogliere il senso della vita
da soli. C’è bisogno di qualcosa, qualcuno, una stella, appunto, che ci aiuti
in questo cammino di ricerca. Questo è un dato importante della dinamica della
fede. Lo troviamo continuamente riportato nelle narrazioni vocazionali. Mosè
giuda Giosuè ad assumere il comando del popolo. Eli guida Samuele nella
scoperta della propria identità profetica. E poi Elia con Eliseo e tanti altri.
Sino ad arrivare a Gesù con i suoi discepoli e, prima di Lui, Giovanni Battista
faceva altrettanto nel deserto. A volte anche una comunità può fungere da
stella, ma più spesso è una persona, una guida spirituale, che aiuta colui o
colei che è alla ricerca della verità, d’incontrarla. La stella appare e
sparisce, per indicare che, compito della stella, è di guidare all’incontro con
il Salvatore e non di sostituirsi a Lui.
“Entrati
nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono.
Poi offrirono i loro scrigni e… fecero ritorno al loro paese”. A questo
punto potremmo chiederci: esiste un criterio per capire se abbiamo realizzato
il percorso della vita in modo autentico, se la stella incontrata nel cammino
ci ha condotto nel luogo giusto? Se il percorso esistenziale e spirituale ci
conduce a condividere quello che abbiamo e non ad accaparrarci qualcosa, vuole
dire che siamo sulla strada tracciata da Gesù che: “da ricco che era si è
fatto povero” (2 Cor 8,9) e che: “non ha considerato un tesoro prezioso
l’essere uguale a Dio, ma spogliò sé stesso assumendo la condizione di servo”
(Fil 2,6-7). La donazione di sé attraverso una vita di amore e condivisione è
il segno indistinguibile del cammino tracciato da Gesù nella storia. Il testo
dice anche che, dopo essersi prostrati ad adorare e a offrire i loro scrigni, i
magi continuarono il cammino. La tentazione umana porterebbe ad affermare che i
magi continuarono il cammino impoveriti, in realtà lo continuarono arricchiti.
Infatti, chi vive la condivisione con i fratelli e le sorelle, chi passa per
questo stile di vita nuovo portato da Gesù, mentre dona si arricchisce, perché:
“è donando che si riceve” come diceva san Francesco d’Assisi, che vuole
dire, in altre parole, che ci arricchiamo donando.
“Avvertiti
poi in sogno di non tornare da Erode”. Oltre alla stella che illumina il
cammino e produce un sorriso di soddisfazione, nel percorso alla ricerca del
senso della vita incontriamo anche Erode, che incarna il male, colui che ci
vuole male, ci vuole confondere, vuole distruggere ciò che per noi è più caro.
Va detto subito che nella vita incontriamo più di una stella e anche più di un
Erode, un nemico. L’Erode della vita si presenta spesso e volentieri in modo
camuffato e, dunque, facciamo fatica a riconoscerlo e, quando lo riconosciamo,
spesso è già tardi, il disastro nella nostra vita è già iniziato. Il versetto
appena letto ci insegna che Erode non va mai affrontato, perché il male stimola
la parte negativa di noi stessi. Nel Vangelo, spesso Gesù ci presenta
situazioni come queste in cui ci invita a stare fermi, a sfuggire il male, a
non affrontarlo per non venire stritolati dai suoi artigli.
C’è
un cammino che ogni uomo e ogni donna è chiamato a compiere durante la vita, un
cammino di ricerca del bene, dell’amore, della giustizia, che sono gli aspetti
che danno sapore ad un’esistenza. Questo cammino non possiamo permetterci di
farlo da soli, ma dobbiamo avere l’umiltà di farci aiutare. Quando arriveremo a
vivere situazioni in cui ci accorgiamo che stiamo donando la nostra esistenza,
condividendola con altri e questa condivisione produce sentimenti di gioia,
potremo fermarci perché vorrà dire che avremo trovato quello che andavamo
cercando: il nostro tesoro.
mi ha colpito molto : situazioni in cui Gesù ci invita a stare fermi a non affrontare il male; mi colpisce è mi interroga.
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