sabato 28 aprile 2018

TOCCATEMI E GUARDATE





Paolo Cugini
Sono parole strane quelle che Gesù rivolge ai suoi discepoli dopo la Risurrezione, per spronarli dinanzi alla loro incredulità. Quel: “toccatemi e guardate” suonano strane nel contesto di una religione abituata a lavorare su dati spirituali, a incentivare il cammino interiore. Eppure, l’invito di Gesù a toccare il suo corpo e a guardare i segni delle ferite lasciati dai chiodi della croce, indica il cammino della Chiesa. Il Dio di Gesù Cristo non è un fantasma: ha un corpo. D’ora innanzi la religione non può più essere accusata di fantasia, perché il Dio che annuncia il cristianesimo ha i contorni ben definiti. Non è qualsiasi cosa che viene annunciato, ma quel corpo che è possibile toccare e vedere. Questo è il compito della Chiesa: aiutare il mondo a toccare e vedere il Signore. E’ il compito della chiesa perché oggi è proprio la Chiesa il corpo di Cristo, come ci ha insegnato san Paolo nelle sue lettere. Per essere vista e riconosciuta come il corpo di Cristo, deve portare i segni dei chiodi, che sono il segno di un amore senza limiti. Deve poter mostrare il fianco ferito dall’odio del mondo e risanato dalla potenza di Dio che lo ha risuscitato.

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