Paolo Cugini
Sono
parole strane quelle che Gesù rivolge ai suoi discepoli dopo la Risurrezione,
per spronarli dinanzi alla loro incredulità. Quel: “toccatemi e guardate”
suonano strane nel contesto di una religione abituata a lavorare su dati
spirituali, a incentivare il cammino interiore. Eppure, l’invito di Gesù a
toccare il suo corpo e a guardare i segni delle ferite lasciati dai chiodi
della croce, indica il cammino della Chiesa. Il Dio di Gesù Cristo non è un
fantasma: ha un corpo. D’ora innanzi la religione non può più essere accusata
di fantasia, perché il Dio che annuncia il cristianesimo ha i contorni ben
definiti. Non è qualsiasi cosa che viene annunciato, ma quel corpo che è
possibile toccare e vedere. Questo è il compito della Chiesa: aiutare il mondo
a toccare e vedere il Signore. E’ il compito della chiesa perché oggi è proprio
la Chiesa il corpo di Cristo, come ci ha insegnato san Paolo nelle sue lettere.
Per essere vista e riconosciuta come il corpo di Cristo, deve portare i segni
dei chiodi, che sono il segno di un amore senza limiti. Deve poter mostrare il
fianco ferito dall’odio del mondo e risanato dalla potenza di Dio che lo ha
risuscitato.
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