domenica 4 giugno 2017

PENTECOSTE 2017




            Paolo Cugini

Ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (At 2, 4).
Il primo effetto dello Spirito Santo in coloro che lo ricevono si manifesta nella necessità di uscire fuori, di condividere ciò che hanno ricevuto. È la chiesa in uscita. La chiesa nella prospettiva della narrazione di Luca, nasce così, uscendo dal tempio per annunciare il messaggio del Regno nelle piazze, all’esterno. La verità dell’accoglienza dello Spirito Santo è l’impulso ad uscire, a condividerlo, ad annunciarlo. Altro dato interessante che troviamo nel testo di Luca è sull’identità di colro che ricevono lo Spirito. “Furono tutti pieni di Spirito Santo”: cho sono questi tutti? Senza dubbio i 120 che erano nel Cenacolo ad aspettare la discesa dello Spirito Santo. Tra loro c’erano gli 11 e poi Mattia e Barnaba. Oltre a loro anche alcune donne. 120 è chiaramente un  numero simbolico che indica la totalità della Chiesa che non è costituita solo di maschi, ma anche da donne. E’ questo un dato interessante perché lo Spirto Santo scende su tutti e tutte e tutti sono chiamati ad uscire dal tempio per condividere il dono ricevuto.

“Costoro che parlano non sono forse tutti galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? … Li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio” (At 2, 8s).
Questo impulso all’annuncio si manifesta come sforzo di renderlo intellegibile a qualsiasi cultura che s’incontra. Lo Spirito Santo aiuta a rendere comprensibile il Vangelo a qualsiasi cultura. È, anche in questo caso, uno sforzo di uscita. È colui che annuncia che è chiamato a rendersi comprensibile a coloro ai quali si vuole annunciare il Vangelo. Che cosa significa questo? In primo luogo, che il Vangelo non esige l’annullamento delle culture altre, ma la consapevolezza che ogni cultura è in grado di accogliere il Vangelo. Ciò vuole dire anche il riconoscimento del valore positivo di ogni cultura. Questo lavoro di evangelizzazione delle culture, degli ambiti nei quali viviamo esige un cammino di avvicinamento. Solamente avvicinandoci potremo conoscere e. così, discernere il cammino da intraprendere affinché l’annuncio del Vangelo diventi comprensibile.

Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20, 22-23).

L’evangelista Giovanni fa coincidere la Pasqua con la Pentecoste. Dopo la Risurrezione Gesù va dai suoi discepoli e dona loro lo Spirito Santo. Il primo frutto dello Spirito Santo consegnato ai discepoli è la capacità di rimettere i peccati. Perché questo annuncio? Mi sembra che sia la possibilità che Gesù Risorto offre a tutti di rimettersi nel cammino del Signore, soprattutto coloro che si sentono lontani. È il volto della comunità accogliente, tenda da campo in mezzo al mondo, che allarga i paletti affinché tutti trovino posto. 

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