sabato 3 giugno 2017

VENITE E VEDETE





BOCCA DI MAGRA 1-3 GIUGNO
VENITE E VEDRETE: GIOVANNI 1, 35-39


Suor Fabrizia Giacobbe
Sintesi: Paolo Cugini

Questo testo si apre e si chiude con due annotazioni di carattere temporale. Il Vangelo di Giovanni ci parla di giorni, di ore, dello scorrere del tempo che costituisce la storia del mondo. Narrazione di un tempo nuovo. È lo scorrere del tempo che è la nostra vita, che possiamo vivere in modo nuovo. Gesù vuole che viviamo intensamente il nostro tempo. Per questo dobbiamo dare un senso alla vita.
Occorre aprirsi ai passaggi di Dio sulla nostra esistenza. Tenere il cuore aperto al signore che passa nella nostra vita. Passa oggi e passa dove siamo. Gesù si fa presente dove siamo. Gesù è colui che ci rivela il volto di Dio. L’agnello di Dio è un richiamo alla Pasqua. Dio vuole la nostra vita e la nostra liberazione: è questo il messaggio pasquale per eccellenza. Il modo per dare la vita è consegnarla. Richiamo a Isaia. Gesù ci dice che il dono della vita è quello che rende la vita pienamente umana.I due discepoli seguono Gesù. Parole dette da altri, in questo caso Giovanni Battista, provocano il cammino di fede, il cammino dei discepoli.

Grati alla Chiesa perché continua ad indicarci l’agnello di Dio. I discepoli si muovono perché intuiscono che c’è qualcosa in Gesù.

Che cosa cercate? È la domanda centrale. La prima parola di Gesù nel Vangelo di Giovanni è una domanda. Dio è interessato a farci venire fuori così come siamo. Che cosa stiamo cercando? In che direzione stiamo camminando? Siamo sollecitati a lasciarci interrogare. Importante è andare a fondo. Giovanni pensa che come discepoli siamo chiamati ad essere discepoli adulti. Per questo è importante che ci chiediamo: che cosa cerchiamo? Nel Nuovo Testamento c’è molta gente che cerca Gesù. Qui il Vangelo ci dice che se cerchiamo la gioia, la libertà, una capacità di amare in modo gratuito, la vita autentica, allora possiamo seguire il Signore.

La risposta di Dio è più grande dei nostri desideri. Il Vangelo ci dice che Gesù è il pane della vita, la luce. I discepoli rispondono: maestro dove abiti? È una domanda che vuole dire il desiderio di casa, di famiglia, di relazioni vere nelle quali qualcuno può essere se stesso. È desiderio di relazione. Alla fine ciò che cerchiamo davvero è qualcuno, qualcuno da amare. Desiderare per gli altri la stessa libertà che desideriamo per noi.

Venite e vedrete. Venite è un invito che è segno di piena accoglienza rivolto a chiunque in qualsiasi situazione. A volte il NT ci dice che Gesù chiede anche di entrare. Dio abita là dove lo si lascia entrare. Vedrete: voi vedrete solo dopo essere venuti. Occorre buttarsi nel cammino anche se non sappiamo dove va a finire. L’importante non è la meta, ma la strada. L’importante è la scelta della strada. Non c’è un programma. La fede non è un calcolo, ma follia, fantasia di Dio. Non è assicurazione, ma rischio. Il rimanere con cui si chiude il testo è un nuovo inizio, un nuovo cammino.

Quattro del pomeriggio. È la fine di un giorno e l’inizio di un altro. Dio ha una sola paura: che i nostri desideri siano troppo piccoli. 

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