Paolo
Cugini
Ad ascoltare c'era anche
una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una
credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo
(At 16,13).
Il
mistero delle donne nella Bibbia. In questo caso Lidia, che rimane toccata
dalle parole di Paolo, dalla sua testimonianza. La Parola che fa brecci in un
cuore attento, desideroso di verità. La Parola che non s’importa della cultura
patriarcale, che vorrebbe le donne chiuse in casa, ma entra dove trova spazio. La
Parola entra dove vuole e come vuole, entra dove incontra spazio, entra dove
viene accolta con libertà. La Parola esige libertà, docilità. Non sono criteri
culturali che decidono, ma solo la disponibilità dell’anima. Lidia, in questo
brano, è il simbolo della libertà che fa spazio alla Parola, sena pregiudizi
culturali, o preconcetti. C’è tutta una critica al paradigma patriarcale in
vari testi del Nuovo Testamento che non è tematizzata, ma è implicita e, per questo,
colpisce di più. Basta un nome, Lidia, per aprire varchi culturali nuovi, che
si spingono oltre ogni tipo d’immaginazione. Lidia, che con semplicità accoglie
la Parola di Gesù, distrugge ogni tipo di preconcetto maschilista e misogino.
La Parola di Dio è libera es esige libertà, entra nei cuori aperti, apre
orizzonti nuovi. Lidia è la gande testimone della libertà del Mistero che si è
manifestato in Gesù. È di Lidia che abbiamo bisogno per ricostruire i percorsi
spirituali infangati dalla cultura patriarcale ed entrare in sentieri nuovi, i
sentieri della libertà.