Paolo Cugini
Beati voi (Lc 5,3)
Nel
silenzio dell’alba, quando il mondo sembra ancora trattenere il respiro prima
di immergersi nella corsa della giornata, risuonano le parole antiche e sempre
nuove di Gesù: “Beati voi”. Parole che scendono come rugiada dalle altezze,
portando con sé una benedizione che cambia il volto delle cose. Accogliere
questa benedizione che viene dall’alto non è solo un atto di fede, ma un
immergersi in una sorgente che dà un senso positivo alla giornata, un balsamo
che trasforma la sofferenza in speranza.
Le
parole di Gesù non sono semplici suoni; sono carezze, sono abbracci invisibili
che si posano sull’umanità che soffre. La sua voce si fa eco nei cuori feriti,
raccontando di uno sguardo d’amore che desidera lenire le piaghe, che si tuffa
nel dolore per portare conforto. In esse si rivela un pensiero che cerca il
bene, che soffre con chi soffre, che vuole trasmettere vita e pace là dove
sembra regnare la desolazione.
Beati
voi.
Un’affermazione che non conosce confini, perché la benedizione di Gesù nasce
dal soffio di vita iniziale, quell’alito divino che percorre i secoli e non si
arresta dinanzi alle barriere dell’indifferenza e dell’ingiustizia. L’amore che
si annida in queste parole viene da lontano, da una sorgente che non si
esaurisce mai.
Le
parole di benedizione sono forza per i deboli, mano tesa per chi è caduto lungo
il cammino. Sono luce nelle notti della solitudine, compagnia nei sentieri
della povertà, speranza nei deserti dell’esclusione, balsamo nel flagello
dell’emarginazione. Gesù si avvicina a chi sta per soccombere sotto il peso
delle ingiustizie, e pronuncia una parola che cambia tutto: Beati!
In
queste poche sillabe si nasconde una presa di posizione netta e radicale: il
Mistero della vita piena e dell’amore vero rivelato in Gesù si schiera sempre
dalla parte degli esclusi, dei dimenticati, di coloro che il mondo abbandona ai
margini. È come se, davanti alle porte chiuse, il Messia sussurrasse: “Non
sentitevi abbandonati, perché io, il Signore della storia, sono con voi per
rialzarvi.”
A
voi, fratelli e sorelle che vivete nell’afflizione, il Verbo non dice di
preoccuparvi. Promette invece di essere sempre al vostro fianco, presenza
silenziosa ma reale, capace di consolare e ridonare forza. C’è una fonte di
amore eterno che solo il cuore afflitto può percepire, perché gli è stato
promesso da Colui che non mente: Beati voi.
Questa
benedizione non è una fuga dal dolore, ma il coraggio di attraversarlo con la
certezza che qualcuno cammina accanto, che la dignità degli ultimi è custodita
da uno sguardo divino. Beati voi: non è solo una parola, ma una profezia che
attraversa l’oggi e apre le porte a una speranza che non delude. In un mondo
spesso disattento, l’annuncio di Gesù è una rivoluzione silenziosa: il soffio
di vita che non si arrende, che rialza, che porta nuova luce. E chiunque si
senta povero, escluso, afflitto, può lasciarsi raggiungere da questa
benedizione che viene dall’alto, accogliendola come un dono che trasforma le
tenebre in giorno, perché beati voi è il canto di chi sa vedere oltre le
lacrime, oltre le ingiustizie, oltre il tempo.
Che ogni cuore oppresso possa sentire oggi la carezza di queste parole, perché il sereno si chiama benedizione, si chiama amore, si chiama vita che non muore.