(appunti per la riflessione)
Paolo
Cugini
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e
il parlare empio, se aprirai il tuo cuore
all'affamato, se sazierai l'afflitto di
cuore, allora brillerà fra le tenebre la
tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio (Is 58, 10).
Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della
terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render
salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa(Mt 5,13-16).
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa(Mt 5,13-16).
Bisogna abituarsi
ad ascoltare queste parole non come ad affermazioni generiche, come a delle
massime rivolte a chissà chi, ma come a parole di un maestro verso i suoi
discepoli, di un padre verso i suoi figli. È questo l’orizzonte che ci permette
di entrare all’interno di contenuti che rivelano il senso di un cammino e non
di una dottrina; indicazioni esistenziali e non precetti moralistici.
Avere un padre
così, un padre che ha fiducia in te al punto di dirti che sei il sale della
terra. Un padre che crede così tanto in te al punto di dirti che sei la luce
del mondo. Che cosa sono queste parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli se
non la rivelazione di un’identità? È Gesù che rivela ai discepoli la loro
identità. Potremmo dire che Gesù li ha preparati esattamente per questo e per
nient’altro: per essere sale della terra e luce del mondo. Da una parte, le
parole esprimono la coscienza che Gesù ha della bontà del lavoro svolto, lavoro
di formazione di coscienze; dall’altro c’è la fiducia in coloro che hanno accompagnato
il cammino. Gesù davanti al mondo proclama che i suoi discepoli sono sale della
terra e luce del mondo, lo dice perché è sicuro di loro, sa chi sono e come
stanno accompagnando il cammino.
È il padre, il
maestro che, mentre indica l’identità e il senso di un cammino esprimendo con
forza tutta la positività dell’identità del discepolo, del figlio, allo stesso
tempo ne mostra le esigenze che questo cammino comporta.
Qual è, allora,
il contenuto di questa indicazione? Sale e luce, terra e mondo.
Sale e luce sono
due elementi diversi ma che agiscono con un effetto simile. Producono un
beneficio per gli altri in modo nascosto. I cristiani per il fatto che non
cercano la gloria degli uomini, ma la gloria di Dio, non sono interessati ad
apparire: non ne hanno bisogno. Quanto maggiore è l’apparenza che cerchiamo,
tanto minore è l’intensità del nostro cammino di fede. Coltivare una
spiritualità del nascondimento significa ricercare nella vita quotidiana lo
sguardo del Signore nelle cose che facciamo.
Terra e mondo.
Nella prospettiva del Nuovo Testamento il mondo è la realtà che si contrappone
a Dio e si costruisce in modo autonomo al suo progetto di vita. Essere luce del
mondo significa vivere nella logica del Vangelo, che è l’amore, la comunione,
la giustizia. Essere luce, allora, non corrisponde ad una spettacolarizzazione
dell’esistenza, ma sopportare l’odio del mondo, che non accetta di essere accecato
dalla logica del Vangelo.
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