DOMENICA XXVII B
(Mc
10,2-16)
Paolo
Cugini
Imparare a riconoscere lo stile di Gesù è importante per una lettura e una comprensione di quello che dice e realizza nelle strade della Palestina. Non si tratta, infatti, d’interpretare parole o detti, ma di cogliere l’essenza del suo modo di fare, che rivela un modo di pensare e, soprattutto, un modo nuovo di stare al mondo. Ogni frase e ogni azione di Gesù vanno collocati all’interno del suo modo di pensare estremamente coerente. La logica dell’amore che viene declinata da una parte dalla misericordia a trecentosessanta gradi nei confronti di tutti e di chiunque e, dall’altra, dalla fame e sete di giustizia che lo conduce sempre e comunque dalla parte dei poveri e degli esclusi, è l’essenza del pensiero di Gesù, vera chiave di lettura delle sue scelte e delle sue decisioni. Queste considerazioni inziali sono importanti per cogliere in profondità il testo di oggi.
alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla
prova.
Nel Vangelo di Luca in cui si narrano i quaranta
giorni che Gesù trascorse nel deserto prima d’iniziare l’attività pubblica,
Satana viene presentato come il tentatore, colui che cerca di mettere alla
prova la fedeltà di Gesù al Padre. Ebbene, l’evangelista marco introduce il
brano con un riferimento e questa situazione esistenziale, affermando che i
farisei si avvicinarono a Gesù per metterlo alla prova. Siamo al capitolo dieci
e ormai il conflitto tra Gesù e i farisei si sta consumando. I farisei sono coloro
che osservano tutti i dettami della legge e per questo si separano (fariseo
significa proprio questo: seprato) dal resto del popolo e non accettano che una
persona come Gesù, che si fa passare da Maestro, interpreti i dettami di Mosè
in modo così liberale. Per questo intendono smascherarlo in mezzo al popolo con
una delle questioni più chiare della legislazione mosaica, vale a dire il tema
del ripudio della donna. Mentre Gesù parla di Dio come Padre che manifesta il
suo amore per tutti, per i farisei Dio è potere e le sue leggi servono a loro
per esercitare un potere oppressivo sugli uomini.
domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare
la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».
Interessante osservare il metodo di procedere di
Gesù che, prima di rispondere direttamente, procede con una domanda agli
interlocutori per permettere loro di esporre il problema e la soluzione. In
questo modo Gesù si fa consegnare dagli interlocutori il materiale su cui imbastire
il dialogo. Altra osservazione importante è sulla domanda di Gesù. Non dice:
che cosa ci ha ordinato, ma che cosa vi ha ordinato. In questo modo
Gesù prende le distanze da una legislazione che, a suo modo di vedere, non
deriva dal Padre, ma sono legge di uomini, modellate sulla cultura patriarcale.
Infatti, il caso in questione, vale a dire, la possibilità di ripudiare la
propria moglie, è tutto a favore degli uomini, mentre le mogli sono considerate
alla stregua di cose di appartenenza al marito e, per questo, possono essere
ripudiate senza troppi scrupoli. Il testo che i farisei citano è preso dal
libro del Deuteronomio al capitolo 24. Lo stesso precetto viene ripreso
dal Talmud, che contiene i commenti più prestigiosi dei rabbini alla
legge mosaica, il quale sostiene che: “la donna può essere ripudiata lo
voglia o no”, ma la donna non può ripudiare il marito. Rabbi Hillel, che
era il rabbino più seguito al tempo di Gesù, sosteneva che l’uomo poteva
ripudiare la moglie per qualsiasi motivo. Gesù è venuto a portare sulla terra
il Vangelo dell’uguaglianza tra uomo e donna, e i farisei vogliono fargli
ammettere che c’è un’eccezione a questo suo insegnamento, eccezione a favore
degli uomini. La risposta di Gesù è impressionante:
«Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi
questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina;
per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque
l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Per Gesù la legge scritta non riflette sempre la
volontà del Padre e quindi non ha valore duraturo; per Gesù non tutto quello
che è scritto nella legge ha autorità divina, perché si tratta a volte d’interpolazioni
umane. Quando nella Bibbia si trovano affermazioni che esaltano una parte a
scapito di un’altra, soprattutto se la parte lesa è indifesa o una minoranza
allora significa che non è volontà di Dio, ma intromissione degli uomini, una
manipolazione della cultura patriarcale. Ecco perché Gesù, nella sua risposta,
non si rifà a Mosè, ma al piano del creatore, andando, dunque, all’origine
della questione. All’epoca di Gesù non era più come era stato pensato all’inizio
della creazione, come una scelta libera, ma erano i genitori che decidevano e
stabilivano il matrimonio dei due.
Così non sono più due, ma una sola
carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
Quando si è due si può dividere, ma quando si è uno
non si può dividere, altrimenti diventa una mutilazione.
«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa
un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne
sposa un altro, commette adulterio».
Mentre nella legge mosaica e nel Talmud il tema del
matrimonio era trattato solamente dal punto di vista dell’uomo, Gesù lo amplia
prendendo anche in considerazione il punto di vista della donna. Gesù si pone
sempre dal lato dei più deboli, delle vittime delle situazioni.
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