(Gn 2,18-24; Sal 127; Eb 2,9-11; Mc
10,2-16)
Imparare a riconoscere lo stile di
Gesù è importante per una lettura e una comprensione di quello che dice e
realizza nelle strade della Palestina. Non si tratta, infatti, d’interpretare
parole o detti, ma di cogliere l’essenza del suo modo di fare, che rivela un
modo di pensare e, soprattutto, un modo nuovo di stare al mondo. Ogni frase e
ogni azione di Gesù vanno collocati all’interno del suo modo di pensare
estremamente coerente. La logica dell’amore che viene declinata da una parte
dalla misericordia a trecentosessanta gradi nei confronti di tutti e di
chiunque e, dall’altra, dalla fame e sete di giustizia che lo conduce sempre e
comunque dalla parte dei poveri e degli esclusi, è l’essenza del pensiero di
Gesù, vera chiave di lettura delle sue scelte e delle sue decisioni. Queste
considerazioni inziali sono importanti per cogliere in profondità il testo di
oggi.
alcuni
farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova.
Nel Vangelo di Luca in cui si narrano
i quaranta giorni che Gesù trascorse nel deserto prima d’iniziare l’attività
pubblica, Satana viene presentato come il tentatore, colui che cerca di mettere
alla prova la fedeltà di Gesù al Padre. Ebbene, l’evangelista marco introduce
il brano con un riferimento e questa situazione esistenziale, affermando che i
farisei si avvicinarono a Gesù per metterlo alla prova. Siamo al capitolo dieci
e ormai il conflitto tra Gesù e i farisei si sta consumando. I farisei sono
coloro che osservano tutti i dettami della legge e per questo si separano
(fariseo significa proprio questo: seprato) dal resto del popolo e non
accettano che una persona come Gesù, che si fa passare da Maestro, interpreti i
dettami di Mosè in modo così liberale. Per questo intendono smascherarlo in
mezzo al popolo con una delle questioni più chiare della legislazione mosaica,
vale a dire il tema del ripudio della donna. Mentre Gesù parla di Dio come
Padre che manifesta il suo amore per tutti, per i farisei Dio è potere e le sue
leggi servono a loro per esercitare un potere oppressivo sugli uomini.
domandavano a
Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro:
«Che cosa vi ha ordinato Mosè?».
Interessante osservare il metodo di
procedere di Gesù che, prima di rispondere direttamente, procede con una
domanda agli interlocutori per permettere loro di esporre il problema e la
soluzione. In questo modo Gesù si fa consegnare dagli interlocutori il
materiale su cui imbastire il dialogo. Altra osservazione importante è sulla
domanda di Gesù. Non dice: che cosa ci ha ordinato, ma che cosa vi ha
ordinato. In questo modo Gesù prende le distanze da una legislazione che, a
suo modo di vedere, non deriva dal Padre, ma sono legge di uomini, modellate
sulla cultura patriarcale. Infatti, il caso in questione, vale a dire, la
possibilità di ripudiare la propria moglie, è tutto a favore degli uomini,
mentre le mogli sono considerate alla stregua di cose di appartenenza al marito
e, per questo, possono essere ripudiate senza troppi scrupoli. Il testo che i
farisei citano è preso dal libro del Deuteronomio al capitolo 24. Lo
stesso precetto viene ripreso dal Talmud, che contiene i commenti più
prestigiosi dei rabbini alla legge mosaica, il quale sostiene che: “la donna
può essere ripudiata lo voglia o no”, ma la donna non può ripudiare il
marito. Rabbi Hillel, che era il rabbino più seguito al tempo di Gesù,
sosteneva che l’uomo poteva ripudiare la moglie per qualsiasi motivo. Gesù è
venuto a portare sulla terra il Vangelo dell’uguaglianza tra uomo e donna, e i
farisei vogliono fargli ammettere che c’è un’eccezione a questo suo
insegnamento, eccezione a favore degli uomini. La risposta di Gesù è
impressionante:
«Per la durezza
del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della
creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre
e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così
non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha
congiunto».
Per Gesù la legge scritta non
riflette sempre la volontà del Padre e quindi non ha valore duraturo; per Gesù
non tutto quello che è scritto nella legge ha autorità divina, perché si tratta
a volte d’interpolazioni umane. Quando nella Bibbia si trovano affermazioni che
esaltano una parte a scapito di un’altra, soprattutto se la parte lesa è
indifesa o una minoranza allora significa che non è volontà di Dio, ma
intromissione degli uomini, una manipolazione della cultura patriarcale. Ecco
perché Gesù, nella sua risposta, non si rifà a Mosè, ma al piano del creatore,
andando, dunque, all’origine della questione. All’epoca di Gesù non era più
come era stato pensato all’inizio della creazione, come una scelta libera, ma
erano i genitori che decidevano e stabilivano il matrimonio dei due.
Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello
che Dio ha congiunto.
Quando si è due si può dividere, ma
quando si è uno non si può dividere, altrimenti diventa una mutilazione.
«Chi ripudia la propria moglie e
ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il
marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Mentre nella legge mosaica e nel
Talmud il tema del matrimonio era trattato solamente dal punto di vista
dell’uomo, Gesù lo amplia prendendo anche in considerazione il punto di vista
della donna. Gesù si pone sempre dal lato dei più deboli, delle vittime delle
situazioni.