Paolo
Cugini
Bisogna capire come mai queste
letture sono state proposte in questo contesto liturgico, vale a dire la terza
domenica di quaresima. Nella prima, Gesù era nel deserto tentato da satana,
indicando l’esperienza interiore di preghiera come cammino privilegiato per
conoscere Dio e se stessi. Nella seconda, domenica scorsa, Gesù è sul monte con
Pietro Giacomo e Giovanni dove viene trasfigurato. Nella terza domenica, che è
il centro della quaresima, Gesù è nel tempio, ed è una visita critica,
polemica. Il centro del cammino quaresimale è il nostro rapporto con la
religione del tempio: come ci stiamo, che cosa ci facciamo, in che modo ci
relazioniamo con Dio?
La critica radicale di Gesù alla
religione del tempio, che nel Vangelo di Giovanni esplode sin dall’inizio, vale
a dire al capitolo 2, sarà approfondita nel capitolo 4 nel dialogo con la
samaritana. Il Tempio, invece di essere il luogo dell’incontro con Dio, con il
tempo è divenuto il suo contrario, vale a die un ostacolo. Perché?
Ci sono alcuni passaggi del Vangelo
di Giovanni che ci aiutano a capire il problema:
“Si avvicinava, intanto, la Pasqua dei Giudei”. Passaggio che dice già il tono della
polemica: non è più la pasqua di Dio, il suo passaggio che salva il popolo, ma
la Pasqua dei Giudei, vale a dire dei capi del popolo, come si evince poi dal
contesto del brano. C’è stato nell’arco dei secoli un cammino di trasformazione
in negativo. La Pasqua non è più la Pasqua dell’Esodo, ma de regime giudaico, è
divenuta uno strumento di dominio, una pasqua a beneficio di pochi che curano i
propri interessi. La Pasqua è divenuta motivo di guadagno anche alle spalle dei
poveri.
“Ai
venditori di colombe disse…” le colombe sono gli animali che i poveri
potevano utilizzare per offrire sacrifici. Ebbene, il disastro morale era
arrivato al punto che i mercanti lucravano anche sui poveri. Sembra di
ascoltare la voce dei profeti, in modo particolare il profeta Amos che inveiva
contro i ricchi del suo tempo perché sfruttavano i poveri, vendendoli per un
paio di sandali (cfr. Os 2,6). Quando si arriva a sfruttare il povero significa
che il livello sociale di un popolo ha veramente toccato il fondo. La cosa
peggiore è che ciò avviene nel tempio. Come può una religione avere perso di
vista così tanto il suo punto di riferimento da compiere tali delitti? La cosa
peggiore è che ciò viene fatto nel tempio di IHWH, che ha sempre avuto
un’attenzione particolare per i poveri.
“Non
fate della casa del Padre mio un mercato”. Se c’è una cosa che è antitetica
al Dio d’Israele è il mercato. Infatti, Dio è donazione totale di sé, è
gratitudine, attenzione ai piccoli. Al contrario, il mercato è interesse,
modellato sull’egoismo, che schiaccia i piccoli. La critica di Gesù al tempio
raggiunge il parossismo. Come può un tempio divenire il luogo del mercato e
delle sue logiche?
“Distruggete questo tempio”. Gesù è venuto per distruggere il tempio, quel luogo che
nel tempo è divenuto simbolo di disuguaglianza e ingiustizie sociali. E’ questo
l’obiettivo della quaresima: uscire dalla religione negativa, dalla religione
che fa male, che invece di essere stimolo per l’uguaglianza diviene spazio per
ogni forma d’ingiustizia e discriminazione. Il tempio come luogo di
diseguaglianze. Infatti, già nel libro del Levitico ci sono molte prescrizioni
cultuali che proibiscono l’accesso alle persone in situazione d’impurità.
Lebbrosi, malati, donne mestruate: tante persone non possono accedere al
Tempio.
“Ma egli parlava del santuario del suo corpo”. In una cultura platonica che
vedeva il corpo come prigione dell’anima, la dichiarazione di Gesù è esplosiva.
Il corpo non è una prigione, come intendeva il platonismo e come è entrato in
una certa mistica cristiana. Gesù è venuto a portare la novità: la fine delle
istituzioni dell’Antico Testamento. Gesù eliminando il Tempio, cambia il
concetto di Santuario. Un tempo non tutti potevano andare. Il Dio di Gesù è un
Dio che ad ogni credente chiede ad essere accolto nella sua vita; non è un Dio
che chiede, ma che dona. E’ un Dio che è intimo e non lontano dagli uomini. Il
credente diventa la dimora di Dio.
Dio sacralizza l’uomo. Non esistono
ambiti sacri. Dio non è più lontano dall’uomo. L’intimità con il Padre rende
superfluo la mediazione. Dio non chiede che l’uomo vive per lui, ma di Lui.
Fare della propria vita un dono.
Uscire dalla logica del tempio è
l’obiettivo della Quaresima. E’ questo che le letture proposte in queste prime
tre settimane ci vogliono dire. Uscire dalla religione della discriminazione e
della disuguaglianza, per entrare nella sequela del Signore Gesù che non è
venuto per i giusti, ma per i peccatori; non è venuto per i sani, ma per gli
ammalati. E per questo i ripete continuamente: non voglio sacrifici, ma
misericordia. E’ proprio questo il Vangelo.
Ci sono molti modi di cercare di commentare le scritture. Tu lo hai fatto legando questo brano alla quaresima. Io vorrei proporti un modo che guarda a noi, alla nostra interiorità. Mi sono chiesta chi sono questi Giudei dai quali Gesù sembra prendere le distanze.Qui parla della Pasqua dei Giudei, più avanti al capitolo 5 ripete: "vi fu una festa dei Giudei". Non era anche Lui appartenente al popolo Giudeo? Io penso che volesse intendere qualcosa con quei "Giudei". Il popolo di Dio aveva perso la strada, i sacerdoti e gli scribi avevano trasformato le indicazioni divine in regole e abitudini. Oggi chi sono i "Giudei"? Coloro che seguono i precetti senza il cuore che hanno capito questo e cercano la loro Pasqua ossia quel passaggio, quella trasformazione che li riconnetta col Padre padre seguendo la VIA indicata da Gesù. a Questi Gesù a qualcosa da dire.
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